mercoledì 24 aprile 2013

ANIME PERDUTE: OSOMATSU-KUN

A From Marko's Head si inaugura una nuova rubrica chiamata Anime Perdute.
Per vostra fortuna, amici lettori, non ha nulla a che fare con religione e spiritismo, bensì con l'animazione nipponica, e questo 2013 che stiamo vivendo, coincidentalmente segna due ricorrenze che riguardano essa.
Infatti, proprio mezzo secolo fa, con la trasmissione della serie animata Tetsuwan Atom (Astroboy), tratta dal famoso manga di Osamu Tezuka, iniziò in Giappone la produzione di animazione seriale televisiva, mentre giusto 35 anni fa arrivò in Italia Atlas UFO Robot, meglio conosciuto come Goldrake, che diede il via alla nascita di un fenomeno sociale e culturale nel belpaese che ha influenzato ben due generazioni a venire.



I cartoni animati giapponesi appassionavano bambini e ragazzi, preoccupavano educatori e genitori moderati, ma soprattutto riempivano a basso costo i palinsesti delle emittenti private che in quegli anni hanno iniziato la loro attività. Si può dire tranquillamente che l'Italia è il paese occidentale che ha importato più anime nell'epoca pre-otaku, specialmente nei primi anni 80 è arrivato almeno un buon 80% di quanto è stato prodotto a partire dagli anni 60 fino ad allora, poi il flusso si è decisamente ridimensionato, ha avuto alti e bassi, ma è andato avanti fino ai nostri giorni.
Questa rubrica cercherà di analizzare quelle serie TV anime che non sono state importate da noi, che sono state ignorate dai nostri canali televisivi prima, e dalle ditte home-video specializzate, tipo Yamato e Dynamic, poi. 
Si abbraccerà il periodo che va dagli anni 60 (escludendo le serie in bianco e nero) fino alla fine degli anni 90, prima che il fandom si spostasse completamente sulla rete e prima che prendesse piede il fenomeno dello streaming e del fansub, cambiando completamente il sistema di fruizione degli anime, e passando da uno status "generalista" a genere ancor più di nicchia.

Conclusa la premessa, passiamo ad analizzare il primo anime di questa rubrica: 

OSOMATSUKUN (1988)



Fujio Akatsuka è considerato come colui che ha definito le caratteristiche del manga umoristico, i cui stilemi sono stati assorbiti dalle generazioni di gag-mangaka a seguire: demenzialità, ritmo, personaggi assurdi e situazioni paradossali. 
Tuttavia di Akatsuka ci è arrivato solo qui in Italia Himitsu no Akkochan (Lo Specchio Magico), sua unica ma significativa incursione nel genere shojo, ma anche i due remakes successivi, che comunque pur presentando la prima maghetta della storia dei manga, possedeva gli elementi che si trovano nei suoi gag-manga: ambientazione rionale-popolare e una presenza massiccia di bambini e animali dall'aspetto buffo. 



Osomatsukun narra le avventure di sei gemelli di dieci anni, uguali d'aspetto ma con differenze nella personalità: Osomatsu (forte e attacabrighe, il leader dei sei), Karamatsu (ordinato e diligente), Choromatsu (furbo ed egoista), Ichimatsu (l'onesto),  Jushimatsu (gentile ed ingenuo) e Todomatsu (lo spensierato). Osomatsukun è stato trasposto in due serie animate, la prima nel 1966 in bianco e nero, praticamente contemporanea al manga, e la seconda nel 1988.



Avete imparato i nomi e le caratteristiche dei sei gemelli, amici lettori?  Beh non era necessario, dato che alla fine i sei gemelli perdono protagonismo a causa dei loro antagonisti Iyami e Chibita, che finiscono col diventare i personaggi più popolari della serie. Infatti la serie del 1988 è incentrata principalmente su questi due bizzarri personaggi, relegando i sei gemelli a un ruolo secondario.


 

Iyami è questo individuo dai dentoni sporgenti, capelli alla Ringo Starr, smoking di colore rosa e una presunta e millantata origine francese. Si tratta di un venditore/impiegato/truffaldino, ma a volte varia professione come in futuro farà il Rosso Senzabraghe di Mucca & Pollo, sempre con l'obiettivo di rompere le palle ai sei gemelli. La carateristica principale di Iyami è la sua bizzarra posa tipica denominata Shieh, accompagnata dall'omonima esclamazione.



La Shieh Pose raggiunse un livello di popolarità incredibile in Giappone, imitata da grandi e piccini, tant'è che finirono a farla fare anche a Godzilla nel film L'Invasione degli Astromostri (1965) come esultanza dopo aver sconfitto King Ghidorah.



Un buffo asiatico con un completo colorato che crea un tormentone con dei movimenti buffi: dov'è che l'ho già visto?



L'altro antagonista-show stealer è Chibita, Marmocchio dalla testa tonda e liscia con solo un capello e rivale dei gemelli. Chibita è il rivale dei sei gemelli, un ragazzino pestifero, ma che mostra dei momenti di candore e ingenuità. Lui e Iyami sono spesso in combutta nei loro folli piani per dar fastidio a Osomatsu e i suoi fratelli.



Altri personaggi sono: i genitori dei gemelli, Hanabo, un ragazzetto iperattivo con una bandierina del Giappone conficcata nel cranio, Dekapan, un signore di mezza età vestito unicamente con dei boxer a strisce che svolge ruoli da mentore, scienziato e inventore, Totoko, una ragazzina elegante di cui i gemelli sono cotti e dotata di una somiglianza eccessiva con Stilly/Akko, in più, unicamente nella serie anni 80, compaiono anche personaggi originari da altrw opere di Akatsuka tipo Tensai Bakabon o Moretsu Ataro, di cui (forse) in futuro parlerò.



Per mostrarvi quanto sia assurdo questo anime, ecco una puntata in lingua spagnola, dove Iyami aiuta nientemeno che la morte a far morire il povero Osomatsu.




Se fosse giunta in Italia?

Le possibilità di vedere le avventure di Osomatsu-kun in Italia sono pressoché impossibili, la serie del 1966 era troppo vecchia e in bianco e nero, e quella del 1988 era stata prodotta in un periodo in cui l'anime umoristico non veniva considerato da noi e ormai è impossibile sperare in un recupero tardivo, cosa che invece successe in Spagna, come dimostra il video postato più su, che negli anni 2000 trasmise svariate serie demenziali, anche di quelle "troppo giapponesi" con gag e giochi di parole incomprensibili per noi poveri occidentali, dimostrandosi molto ricettivi. Un vero peccato, visto che il pubblico italiano ha dimostrato di apprezzare molto serie come Pollon, Yattaman o  Dr. Slump e facendo propri i tormentoni da essi scaturiti. Si sa come l'umorismo è un linguaggio universale, e non c'è nulla che crei coesione nella società umana come i tormentoni che la gente può ripetere, per mostrarsi brillante agli altri e crearsi fama di simpatico (chiedete a Cirilli che un paio di mutui li avrà estinti a furia di "Chi è Tatiana?"), e ,se si è fortunati, anche rimorchiare la bella dei propri sogni.



Il titolo che avrebbe avuto se Alessandra Valeri Manera ci avesse posato le sue grinfie e poi lo avesse trasmesso sulle reti Finivest, sarebbe stato una roba del tipo Mille Guai per Sei Gemelli. Invece se se ne fosse appropriata la ITB o la Mondo TV, magari avrebbe avuto come titolo italiano con un gioco di parole tipo I Fratelli Karamatsu, insinuando anche una citazione colta. Magari Osomatuskun non avrebbe fatto sfracelli da noi, ma una nicchia di fans li avrebbe trovati. Se così fosse stato, magari un giorno ci saremmo ritrovati Mario Balotelli, festeggiare un gol facendo la posa Shieh!













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